IL TUO DATORE DI LAVORO TI VUOLE CONSEGNARE UNA LETTERA DI LICENZIAMENTO: COSA FARE?
Se il tuo datore di lavoro intende consegnarti una lettera di licenziamento, il consiglio è di prenderne una copia e firmare per ricevuta.
Se il lavoratore si rifiuta di ritirare tale comunicazione, il datore potrà comunque renderla valida leggendola davanti a due testimoni o, più frequentemente, inviandone copia a mezzo raccomandata o altri mezzi tracciabili.
ATTENZIONE: secondo la giurisprudenza, il licenziamento può essere comunicato anche tramite WhatsApp, purché il numero sia noto e abitualmente utilizzato tra le parti.
È fondamentale avere certezza della data in cui il lavoratore prende visione della lettera di licenziamento; il licenziamento, infatti, è un atto recettizio, ossia un atto che produce effetti dal momento in cui il destinatario ne ha conoscenza.
QUALI SONO LE TIPOLOGIE DI LICENZIAMENTO PREVISTE DALLA LEGGE?
Nel nostro ordinamento esistono tre tipologie principali di licenziamento:
Licenziamento per giusta causa: avviene quando il lavoratore ha tenuto una condotta talmente grave da rendere impossibile la prosecuzione del rapporto di lavoro, nemmeno per il periodo di preavviso.
Licenziamento per giustificato motivo soggettivo: si riferisce a inadempimenti disciplinari meno gravi rispetto alla giusta causa, ma comunque tali da compromettere il rapporto di lavoro.
Entrambi i licenziamenti disciplinari (giusta causa e giustificato motivo soggettivo) devono essere preceduti da un procedimento disciplinare, che prevede una contestazione scritta e la possibilità per il lavoratore di presentare le proprie giustificazioni.
Licenziamento per giustificato motivo oggettivo: si verifica quando la risoluzione del rapporto è dovuta a motivi economici, produttivi o organizzativi dell’azienda (es. riduzione di personale per crisi aziendale).
COSA FARE QUANDO SI RICEVE UNA LETTERA DI LICENZIAMENTO?
Il primo passo è rivolgersi tempestivamente a un avvocato esperto o a un sindacato, affinché possano valutare la legittimità del licenziamento e fornire l’assistenza necessaria.
Questa verifica è cruciale, poiché la legge impone termini stringenti per contestare il provvedimento.
TERMINE ESSENZIALE: 60 GIORNI PER IMPUGNARE IL LICENZIAMENTO
Se il lavoratore ritiene illegittimo il licenziamento, deve impugnarlo per iscritto entro 60 giorni dalla data di ricezione della comunicazione, inviando una lettera al proprio datore di lavoro.
Se il licenziamento non viene impugnato entro questo termine, il lavoratore perde il diritto di contestarlo!
COS’È LA LETTERA DI IMPUGNAZIONE E CHI PUÒ SCRIVERLA?
La lettera di impugnazione è una comunicazione scritta in cui il lavoratore dichiara:
- di non ritenere legittimo il licenziamento;
- di contestarne la validità sia per motivi di fatto che di diritto;
- di rimanere a disposizione per la prestazione lavorativa.
Chi può scriverla?
Il lavoratore può redigere la lettera personalmente, senza necessità di un avvocato. Tuttavia, è sempre consigliabile farsi assistere da un professionista, specialmente se la situazione è complessa.
Come inviarla?
L’impugnazione deve essere trasmessa con mezzi che garantiscano la prova dell’invio e della ricezione, come:
- Raccomandata A/R;
- PEC (Posta Elettronica Certificata).
Rispettare i termini e le modalità corrette è essenziale per far valere i propri diritti.